Siamo atterrati a Parigi Beavuais in orario, domenica 24 luglio 2011 alle 08.00 del mattino. Una volta raccolto il nostro bagaglio ci siamo messi in fila per acquistare il biglietto dell'autobus per il centro di Parigi (la biglietteria si trova accanto al nastro che distribuisce ai passegeri i loro bagagli) al costo di:
15 euro a testa.
L'autobus per il centro città impiega circa un'ora-un'ora e mezza per arrivare a Parigi, salvo imprevisti (al ritorno ci abbiamo messo più di due ore perché l'autista ha sbagliato strada!). L'autobus ci ha "scaricati" a Porte Maillot, a due passi dall'omonima fermata della metropolitana. Qui abbiamo acquistato due biglietti di sola andata e abbiamo preso la linea gialla in direzione Chateau de Vincennes, scendendo a Chatelet, la fermata più vicina al nostro hotel (di cui ho già abbondantemente parlato in un post precedente appositamente dedicatogli). Arrivati all'hotel abbiamo scoperto che la nostra camera non era ancora pronta: abbiamo lasciato le valigie alla reception e siamo partiti alla scoperta del nostro quartiere, il Marais. Un quartiere eclettico, artistico, raffinato, sede della comunità omosessuale parigina (il che appare palese verso l'ora dell'aperitivo, quando i locali del quartiere si riempiono di avventori decisamente espliciti). A Marais c'è anche un micro quartiere più limitato, Pletzl, sede della comunità ebraica della città, con la sua Sinagoga e i suoi chioschetti di Felafel e le sue panetterie ebraiche.
In questa zona segnaliamo due "hot spot":
- Place des Vosges: a me ricorda vagamente Prato Della Valle (Padova) e francamente non mi fa impazzire. E' la piazza più antica di Parigi, uno spiazzo erboso circondato da case con porticato che sembrano tutte uguali. Una curiosità: Victor Hugo abitò in un appartamento che si affacciava su questa piazza per 16 anni.
e il
- Memorial de la Shoah: il monumento all'Olocausto della città.
ma il vero sapore del Marais si assapora perdendosi per le sue viuzze e vivendone la straordinaria quotidianità.
In questo quartiere tra l'altro si trova una tea room davvero carina e decantata dalle più famose guide di viaggio: Le Loir Dans La Théière, contraddistinta da interni ombrosi, arredamento d'altri tempi, manifesti affissi in ogni centimetro delle pareti e una cucina casereccia ad accompagnare la vostra tazza di thé a colazione, brunch o merenda.
Sulla lavagnetta posta in sala, scritte col gesso, sono elencate le proposte del giorno: in genere ci sono almeno 3 torte salate fatte in casa. I prezzi tuttavia sono davvero impegnativi: per due fette di torta salata (una Quiche Lorraine e una torta salata alle olive, melanzane, pomodoro e basilico... entrambe deliziose e molto abbondanti), un thé e una spremuta d'arancia abbiamo speso:
19 euro totali.
A colazione conclusa ci siamo diretti in direzione delle Iles (Ile de La Cité e Ile Saint-Louis): anche qui abbiamo preferito perderci senza troppa attenzione tra le vie delle due isolette gemelle, ammirandone i locali e i negozi (per lo più trappole per turisti) che tuttavia erano quasi tutti chiusi (era domenica!). Qui avremmo anche voluto provare il tanto decantato gelato di Berthillon ma purtroppo abbiamo trovato la gelateria chiusa per rinnovo locali (avrebbe dovuto riaprire a settembre). Molti bar nelle vicinane asserivano di vendere l'autentico gelato di Berthillon ma ci parevano troppi per essere credibili e quindi abbiamo preferito rimandare questa esperienza alla nostra prossima visita a Parigi.
Dopo tanto girovagare siamo finiti a Notre Dame: splendida nella luce cristallina di quella domenica d'estate. Dopo decine di foto (eh sì, sono una maniaca delle foto ricordo!) ci siamo messi in fila (la prima di tante!) per entrare nella cattedrale più famosa di Francia e dopo una luuuunga attesa siamo riusciti ad entrare e ad ammirare le vetrate istoriate più famose del mondo. Nonostante l'ottima impressione che ci ha fatto vi consiglio di tornare a Notre Dame di sera: illuminata da tanti piccoli faretti si staglia struggente e malinconica contro il cielo stellato: è forse il ricordo più romantico che ho di Parigi.
Pomeriggio
Visto l'abbondante colazione all'ora di pranzo non avevamo fame e abbiamo deciso di continuare il nostro programma senza l'interruzione verso l'una e mezza che ci eravamo prefissati. Usciti dalla cattedrale ci siamo concessi qualche minuto di relax nei giardini che la circondano, quindi abbiamo proseguito in direzione della Sainte-Chapelle. Lungo il cammino abbiamo attraversato il minuscolo e pittoresco Marché aux Oiseaux (in Place Louis Lépin), contraddistinto dal canto melodico di decine d'uccelli. Abbiamo proseguito lungo lo splendido e ombroso Boulevard du Palais
e ci siamo messi in coda per l'ingresso alla Sainte-Chapelle. Fortunatamente abbiamo atteso "solo" una mezz'oretta per entrare nella splendida cappella francese. All'interno ci attendevano due belle sorprese: abbiamo scoperto che i cittadini UE fino ai 25 anni non pagano (qui come altrove) per cui siamo entrati gratuitamente; e abbiamo contemplato una delle decorazioni più ricche, belle, e colorate mai viste. Sinceramente, la cappella merita una visita: dovete assolutamente andarci! Usciti dalla Sainte-Chapelle ci siamo concessi una romantica passeggiata mano nella mano lungo la Senna, abbiamo contemplato e attraversato lo splendido Pont Neuf mangiando una vaschetta di pommes frites acquistate in un chioschetto lungo la strada. Abbiamo anche osservato divertiti il Pont des Arts, contagiato dalla Moccia-mania e risplendente alla luce di centinaia di lucchetti dorati lasciati lì dagli innamorati di tutto il mondo.
Quindi abbiamo preso la Metro rosa da Pont Neuf in direzione La Courneuve, cambiato a Palais Royal-Musée du Louvre e preso la metro gialla in direzione La Défense. Siamo scesi a La Concorde perché il nostro obiettivo era Musée de l'Orangerie, ma una volta lì abbiamo scoperto che la viabilità pedonale era molto rallentata a causa della tappa finale del Tour de France; così abbiamo deciso di concederci l'esperienza di assistere alla volata finale prima di dirigerci a sgomitate verso il museo.
e ci siamo messi in coda per l'ingresso alla Sainte-Chapelle. Fortunatamente abbiamo atteso "solo" una mezz'oretta per entrare nella splendida cappella francese. All'interno ci attendevano due belle sorprese: abbiamo scoperto che i cittadini UE fino ai 25 anni non pagano (qui come altrove) per cui siamo entrati gratuitamente; e abbiamo contemplato una delle decorazioni più ricche, belle, e colorate mai viste. Sinceramente, la cappella merita una visita: dovete assolutamente andarci! Usciti dalla Sainte-Chapelle ci siamo concessi una romantica passeggiata mano nella mano lungo la Senna, abbiamo contemplato e attraversato lo splendido Pont Neuf mangiando una vaschetta di pommes frites acquistate in un chioschetto lungo la strada. Abbiamo anche osservato divertiti il Pont des Arts, contagiato dalla Moccia-mania e risplendente alla luce di centinaia di lucchetti dorati lasciati lì dagli innamorati di tutto il mondo.
Quindi abbiamo preso la Metro rosa da Pont Neuf in direzione La Courneuve, cambiato a Palais Royal-Musée du Louvre e preso la metro gialla in direzione La Défense. Siamo scesi a La Concorde perché il nostro obiettivo era Musée de l'Orangerie, ma una volta lì abbiamo scoperto che la viabilità pedonale era molto rallentata a causa della tappa finale del Tour de France; così abbiamo deciso di concederci l'esperienza di assistere alla volata finale prima di dirigerci a sgomitate verso il museo.
Anche al Musée dell'Orangerie i giovani cittadini UE (fino ai 25 anni) non pagano: per cui abbiamo visto gratuitamente alcune delle opere più famose di Monet: otto tavole gigantesche che ritraggono le Nymphéas che tanto ossessionarono l'artista. Se volete il mio parere il museo è un po' ripetitivo ma vale assolutamente una visita se, come me, amate l'Impressionismo. I quadri sono incantevoli, emozionanti (tanto che ne abbiamo acquistato una riproduzione nel negozio del museo), favolosi.
Se volete assaporarne una descrizione davvero coinvolgente e acuta vi consiglio di leggere le splendide pagine che Alessandro Baricco ha dedicato, in City, a queste tele, per mezzo della voce del Professor Kjlroy.
Al di là della digressione letteraria, questo museo è a nostro avviso consigliatissimo.
All'uscita della galleria ci siamo divertiti a girovagare nello splendido e ombroso Jardin des Tuileries: un parco d'altri tempi, arricchito da giostre e intrattenimenti attualissimi (qui potete trovare la grande ruota panoramica parigina).
Siamo quindi ritornati sui nostri passi e, presa un'imbarcazione nei pressi di Pont Neuf, abbiamo fatto la cosa più turistica che si possa fare a Parigi, ma che noi consigliamo di cuore: la gita in battello al tramonto! E' vero, è scontata, banale e traboccante di turisti ma è il modo più comodo, veloce e piacevole di farsi un'idea accurata della città. Tra le varie compagnie che proponevano questa gita abbiamo scelto Les Vedettes du Pont-Neuf che per
13 euro a testa
ci ha permesso di conoscere i segreti della Senna, grazie alla descrizione (in inglese) di uno studente della Sorbonne. Questa compagnia ci è piaciuta perché attraccava piuttosto vicino al nostro hotel e, soprattutto, perché aveva imbarcazioni più piccole e meno affollate di quelle usate dal più famoso (e amato dalle agenzie turistiche) Bateaux Mouches. La gita è durata circa un'ora e mezza e ci ha permesso di ammirare la città da una prospettiva davvero unica!
Sera
Terminata questa piccola escursione ci siamo diretti in hotel, abbiamo preso possesso della nostra camera e, dopo una rapida doccia, ci siamo diretti al ristorante scelto per la cena: il favoloso Bouillon Racine.
Il ristorante, concepito come mensa operaia nei primi anni del XX secolo, appare oggi elegante e raffinato, ma con un tocco eclettico eccezionale, regalatogli dagli straordinari interni art nouveau. Qui abbiamo cenato con paté de foie gras con composta di mele e pane biscottato, escargot a la bourguignonne, maiale patanegra con puré di patate e tartare di filetto. Nel complesso una cena d'alta classe, fantastica, veramente deliziosa, conclusa con un sorbetto "preparato come una volta" (al gusto di uva, arance di sicilia e fichi di provenza) per me e un gelato ai tre cioccolati per Gianmarco.
Per questa cena fantastica abbiamo speso:
89 euro totali (circa 45 euro a testa)
All'uscita ci siamo persi per le vie vivaci e multietniche del Quartiere Latino, quindi siamo tornati in hotel per un lungo, e meritato, riposo.