Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.


- Charles Baudelaire -



mercoledì 19 gennaio 2011

Istanbul: 2° giorno (lunedì 20 settembre 2010)

Abbiamo un fitto programma da rispettare per questa giornata: ci svegliamo verso le otto e dopo una rapida doccia saliamo sul tetto dell'albergo dove ci aspetta una magnifica colazione a buffet.

Riempiamo il piatto di uova, salumi turchi, dolci fatti in casa (da leccarsi i baffi) e marmellata di rose (con tanto di petali visibili: squisita!).

Nelle tazze versiamo abbondantemente thé turco, un thé nero molto forte e saporito che normalmente viene servito in piccoli bicchierini di vetro, probabilmente a causa del fortissimo aroma che lo contraddistingue (per i meno aperti comunque, vengono serviti anche il caffè e i thé a cui siamo più abituati in Italia).
Ripuliti i piatti e ripassato il programma usciamo dall'hotel e troviamo una città molto diversa da quella che ci ha accolto la mattina precedente: l'ora di oggi è molto più ragionevole e le strade di Sultanahmet sono gremite di persone, sia turisti che locali. Percorriamo l'Ippodromo in tutta la sua lunghezza e notiamo diverse persone che fanno la fila per entrare nella Moschea Blu. Avendola già visitata il giorno precedente proseguiamo in direzione del Palazzo Topkapi, la grande attrazione di oggi. Dal nostro albergo arriviamo al palazzo in poco più di dieci minuti e lungo il tragitto ci godiamo lo spettacolo di ambulanti e venditori che affollano i lati delle strade.
Arrivati di fronte all'ingresso del parco che circonda il palazzo (un parco molto bello e curatissimo che vi consiglio di ammirare con attenzione) rimaniamo un po' basiti nell'osservare i militari schierati in questa zona, con tanto di mitra saldamente impugnati.

Proseguiamo cercando di ignorarli (ma devo dire che passare a pochi centimetri da un uomo che si dimostra ben felice di impugnare un arma fa un certo effetto!) e ci dirigiamo verso i baracchini che vendono il biglietto di ingresso al palazzo e le audioguide in varie lingue. Visto che la nostra guida è piuttosto approfondita e accurata decidiamo di non acquistare l'audioguida e ci limitiamo al biglietto di ingresso (ATTENZIONE! si tratta del biglietto di ingresso solo per il palazzo. Il biglietto d'ingresso per l'harem si può acquistare all'interno del palazzo, in prossimità dell'harem stesso) pari a:

20 lire turche (circa 10 euro)

Scioccati nello scoprire quanto una città così economica per certi versi renda così caro l'accesso alla cultura ci dirigiamo verso i metaldector dove i nostri zaini vengono ispezionati e alcuni visitatori (noi no) vengono persino perquisiti.

Entriamo così nel palazzo e ci prepariamo a scoprirne i segreti e le meraviglie. Facciamo appena in tempo ad ammirare la Sala del Consiglio Imperiale quando scorgiamo una gran movimento tra la folla sparsa per il parco interno alle mura: vediamo allora un corteo di uomini in costume ottomano muniti di strumenti e accessori per intrattenere il pubblico. In pochi secondi si schierano perfettamente e iniziano a suonare melodie da mille e una notte mentre alcuni di loro si distaccano dal gruppo per cantare o ballare: davvero uno spettacolo molto suggestivo!



Ci soffermiamo qualche minuto, quindi proseguiamo la visita al palazzo organizzato in una struttura a scatole cinesi che un po' disorienta. Fortunatamente la visita è organizzata molto bene e si passa da uno spazio all'altro piuttosto velocemente e senza troppi intoppi. La giornata è davvero molto calda ma l'ulteriore giardinetto interno che scopriamo mentre cerchiamo la Sala del Tesoro ci offre un po' di frescura mentre siamo in coda per accedere all'ala forse più apprezzata del Palazzo. 

Al suo interno abbiamo l'occasione di ammirare moltissimi gioielli in parte di fabbricazione ottomana, in parte doni di altre dinastie ai regnanti turchi. Tra le opere che attirano qui i turisti di tutto il mondo spiccano: la Spada di Solimano il Magnifico, il Trono di Ahmed I, il braccio e il cranio di San Giovanni Battista, il Diamante del Kasikci (una pietra gigantesca di 86 carati, classificata al 5° posto nella classifica dei diamanti più grandi del mondo, circondata da decine di altre pietre più piccole) e il leggendario Pugnale del Topkapi, impreziosito da tre enormi smeraldi incastonati nell'elsa e reso famoso dal film Topkapi (1964). Mentre nel resto del palazzo la folla, pur numerosa, non si ammassa nelle stanze e anzi scorre piuttosto velocemente e senza intoppi, in quest'ala l'addensamento è veramente elevato e si procede molto lentamente, probabilmente a causa della meraviglia e dello stupore che provocano molti degli oggetti esposti qui. Per questo motivo, nel caso in cui visitaste il palazzo in alta stagione vi consigliamo di tener conto del fatto che rischiate di perdere in quest'ala del palazzo gran parte del vostro tempo.

Terminata la visita al palazzo ci dirigiamo all'ingresso dell Harem dove ci vengono richieste altre

15 lire turche (7.50 euro circa) a testa.

Sborsato il malloppo ci prepariamo a visitare quella che si rivelerà la parte più bella e affascinante del palazzo. Tutte le stanze di quest'ala sono incantevoli, riccamente decorate con motivi originali e coloratissimi. 

In ogni stanza sono affisse interessanti e dettagliate spiegazioni in inglese e turco sulla funzione e le peculiarità della sala in questione. Percorriamo i corridoi di quest'ala destinata alle mogli e alle concubine del sultano con ammirazione e incanto, restando persino impressionati dalle sale dei bagni. Nel complesso dunque, nonostante la spesa, riteniamo quest'ala imperdibile: sarebbe davvero uno spreco andare ad Istanbul senza concedersi di visitarla! Accedetevi senza riserve. Tra l'altro in quest'area del palazzo, probabilmente a causa del biglietto aggiuntivo richiesto, la folla era davvero scarsa ed era possibile visitare ogni stanza con tutta la calma necessaria.
Usciamo dal palazzo che sono circa le 15.30 (le guide solitamente consigliano di dedicare al palazzo un'intera giornata ma a nostro parere una mezza giornata intensa e bella densa è più che sufficiente) e scopriamo che, nonostante l'abbondante colazione, abbiamo una fame da lupi. Avremmo il tempo per vedere Aya Sofia (che chiude alle 17.00) ma la fame non ci permette di sostenere la lunga coda che si snoda dall'ingresso dell'edificio. Rimandiamo quindi Santa Sofia a un altro giorno e ci abbandoniamo alla folla che scorre inesorabile, osservando i ristoranti della zona. Restiamo colpiti da un ristorantino con i tavoli all'aperto e la cucina a vista che sembra quasi un bistrot. Ordiniamo un antipasto (della pita che ci viene portata accompagnata da burro, formaggio e hummus con i quali possiamo condirla a piacere)

 e un piatto kebab a testa (io scelgo il patlican kebab, il mio ragazzo un favoloso iskender). I piatti kebab sono ottimi, abbondanti e ci vengono serviti in tempo da record. Da bere ci concediamo un delizioso ayran, lo yoghurt leggermente salato che è la bevanda più bevuta in Turchia. Pagato il conto (30 lire turche a testa, circa 15 euro) decidiamo di dirigerci verso la stazione Sirkeci per ammirare lo spettacolo dei Dervisci danzanti ma la strada che avevamo pianificato per raggiungerla a piedi è bloccata da una pattuglia militare che ci invita a tornare sui nostri passi. Visto che il sole già inizia a calare decidiamo di guardarci un po' intorno ed osservare i negozietti della zona (per lo più trappole per turisti) e rimaniamo affascinati da un negozio vintage che vende soprattutto giacche in pelle situato all'interno di una vecchia scuola di preghiera nei pressi di Cemberlitas. 
Pian piano ci incamminiamo verso l'hotel dove ci fermiamo solo il tempo strettamente necessario per una doccia. Usciamo nuovamente e per 5 lire turche acquistiamo un pide piccante e una birra da un baracchino ambulante nei pressi dell'Ippodromo. Rifocillati ci dirigiamo verso un localino dimesso, il Caffé Yeni Marmara (Cayiroglu Sokak, Kucuk Aya Sofia) frequentato da studenti turchi e abitanti del quartiere in cerca di un po' di relax. Pur essendo quasi pieno e pur trovandosi a Sultanahmet il locale è situato un po' fuori dai soliti percorsi per cui non c'è neppure traccia di un turista; la cosa ci piace molto: ci accomodiamo sul terrazzino, che offre una vista francamente trascurabile ma che ci consente di provare il narghilè che il locale mette a disposizione senza ammorbarne l'aria. Scegliamo il narghilè aromatizzato alla mela e lo accompagniamo con due chai (il thé del luogo): spendiamo 10 lire turche a testa (circa 5 euro). Passiamo qui quasi tutta la sera, coccolati dalla musica fasil in sottofondo, a osservare gli altri avventori che giocano a backgammon o si scambiano appunti.

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