Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.


- Charles Baudelaire -



sabato 6 agosto 2011

Parigi - L'Hotel

Ancora una volta la nostra sistemazione ci ha davvero soddisfatti. Per scegliere l'hotel tra quelli proposti nelle guide e in Internet, questa volta, tra i nostri criteri di selezione (che in genere si limitano a posizione centrale e pulizia), ce ne era anche uno nuovo, voluto fortemente da Gianmarco: voleva assolutamente un hotel piccolino, caratteristico, possibilmente storico, nulla di troppo moderno o asettico. Dalla nostra analisi su Parigi abbiamo notato che la maggior parte degli hotel che rispondevano ai nostri criteri e al nostro budget si trovavano a Montmartre o nella vicina Villiers, uno solo si trovava in una zona diversa, il Marais, una zona perfetta, centralissima, e si dà il caso che fosse il nostro preferito. Tuttavia, una volta contattato l'hotel in questione, abbiamo scoperto che non aveva alcuna camera libera. Fortunatamente, un paio di settimane prima di partire siamo stati contattati direttamente dall'albergo perché una delle camere matrimoniali era stata disdetta: per scusarsi dell'avviso così sotto data ci è stata fatta un'offerta speciale e non abbiamo certo potuto rifiutare!

Si tratta dell' Hotel de la Bretonnerie. Situato nel Marais, più precisamente nella zona di Pletzl, a 10 minuti a piedi da Notre Dame. L'edificio è una storica casa parigina del Seicento stupenda, con caratteristiche travi a vista. Le camere sono piccine ma comunque piuttosto grandi rispetto agli standard parigini, i bagni stupendi, l'arredamento impeccabile. L'hotel è piuttosto piccolo, dispone di sole 29 camere, arredate tutte in modo differente l'una dall'altra. La zona è molto tranquilla, anche se è l'epicentro della vita gay della capitale (per chi fosse interessato, durante la nostra permanenza abbiamo notato che il locale con più richiamo  era il Cox- in Rue des Archives, 15... a due passi dall'hotel), per cui se siete omofobici o avete problemi con un certo tipo di vicinato non vi conviene soggiornare nella zona. In ogni caso noi l'abbiamo trovata una zona perfetta, tranquilla, sicura e centralissima, attorniata da tanti ristorantini e panetterie ebraiche (la zona di Pletzl è infatti storicamente il quartiere ebraico di Parigi).
Come in molti hotel di Parigi la colazione non è compresa nel prezzo, e si paga a parte (9 euro a testa). Noi non ne abbiamo mai usufruito ma vi consiglio comunque di dare un'occhiata alla saletta adibita allo scopo: è davvero graziosa!
Unica nota lievemente stonata è stata il personale: sono molto cortesi una volta interpellati ma per nulla solleciti, piuttosto passivi e poco ricettivi. In generale ci è sembrato che tutti gli inservienti fossero fin troppo sbrigativi e rudi nel sbrigare le pratiche di accoglienza e check-out e che sembrassero sempre un po' scocciati ogniqualvolta gli si chiedeva una qualche informazione. Tuttavia dobbiamo ammettere che quando ne abbiamo avuto bisogno (ad esempio: il phon in dotazione nella nostra camera era rotto e ce ne hanno dato uno professionale per rimediare all'inconveniente), sono sempre stati molto professionali e competenti.

Per il pernottamento nell'hotel abbiamo speso:

113 euro a notte (56,50 a testa).

Però tenete presente che ci è stata fatta un'offerta speciale dovuta alle particolari condizioni in fase di prenotazione a cui vi ho accennato prima. In genere una camera matrimoniale normale costa circa 120 euro a notte. Il prezzo sale un pochino per le magnifiche e spaziose suite.

STANZA: 8 e 1/2
PULIZIA: 9
POSIZIONE: 9 e 1/2
SERVIZI: 6  e 1/2
QUALITA' DEL SONNO: 7 e 1/2 (solo perché una mattina siamo stati svegliati da un camion dell'immondizia che ha sostato rumorosamente di fronte all'hotel per una buona mezz'ora).

Parigi: pensieri e parole

Quest'anno, per il mio compleanno, Gianmarco mi ha davvero viziato, regalandomi un long weekend nella capitale francese. In tutto siamo rimasti a Parigi 4 giorni pieni, dal 24 al 27 luglio 2011. Ecco le impressioni "a caldo" che ci siamo portati a casa:

- Parigi è la città più cara del mondo: noi abitiamo vicino a Venezia, siamo stati più di una volta a Londra, abbiamo visitato New York per cui parliamo con cognizione di causa. La città è davvero carissima e non è paragonabile con nessun altra in cui siamo stati. Certo, c'è modo di risparmiare, ma a parità di scelta ed esperienze è davvero sopra la media. Se volete andare a Parigi quindi, mettete in conto una spesa piuttosto consistente.

- Preparatevi ad attendere: ovunque, in giro per la città, siamo stati in coda. Per visitare i musei, per andare in bagno, per prendere l'autobus per l'aeroporto: armatevi di pazienza!

- Se non conoscete il francese preparatevi a faticare. Io ho studiato francese un solo anno, al liceo, per cui le mie conoscenze sono davvero rudimentali; eppure mi sono servite più della mia ben più valida competenza in inglese. Addirittura alcuni locali scrivono a grandi caratteri, fuori dalla porta, "English spoken", perché è una vera rarità! Inoltre, anche laddove la persona con cui comunicherete asserirà di conoscere l'inglese, sappiate che non è detto che riuscirete a capirla agevolmente: spesso l'accento francese è talmente marcato, che occorre un grande sforzo per riuscire a capire qualcosa quando gli abitanti della capitale si cimentano con un'altra lingua. In generale comunque, le competenze linguistiche del personale alberghiero sono ben al di sopra della media, quindi non disperate, la situazione al vostro albergo sarà quasi sicuramente molto più agevole che in giro per la città.

- Preparatevi a sentirvi sfiniti, disorientati, frustrati. Parigi ha veramente moltissime cose da offrire ai turisti, ci si potrebbe tornare 10 volte e mancherebbe ancora qualcosa da visitare. Questo aspetto, sicuramente un punto a favore, sulla carta, per la città, la rende tuttavia una fonte inesauribile di frustrazione. Infatti, per quanto visitiate e camminiate, il tempo a vostra disposizione finirà prima del previsto e vi sentirete sempre in colpa per non aver visto abbastanza, per aver perso troppo tempo a pranzo, per esservi persi tra le pareti del Louvre. A questo si aggiungono gli orari francesi che non sono esattamente a misura di turista. Musei ed attrazioni in genere sono aperti dalle 09.00 alle 18.00 (tranne un giorno a settimana, in genere il più affollato, in cui stanno aperti più a lungo), nei ristoranti è difficile mangiare prima delle 12.30 o dopo le 15.00 (benedetti bistrot!), così come prima delle 19.00 o dopo le 22.00 e i negozi in genere aprono la mattina molto tardi (10.00 o addirittura 11.00) e chiudono verso le 19.00 (in genere lavorano con orario continuato). Quindi al contrario di altre capitali che abbiamo potuto vivere con più distensione (come Lisbona, Londra o New York) grazie anche agli orari molto elastici dei loro esercizi commerciali e delle loro attrazioni, a Parigi ci è sembrato di vivere una corsa continua contro il tempo.

- E' la città con più asiatici al mondo (dopo le città asiatiche, ovviamente!). Questa nota non vi sarà utile durante il viaggio, ma è un fatto che a noi ha colpito moltissimo. Lo ripeto, viviamo vicino a Venezia dove i giapponesi in comitiva, armati di macchinette fotografiche, sono una presenza costante, e vicino a Padova, dove i cinesi si sono costruiti un micro impero con tanto di "ghetto", eppure non eravamo preparati a una presenza così massiccia. Ovunque ci trovassimo, in qualsiasi strada, attrazione, metrò, noi occidentali eravamo in netta minoranza, o comunque in parità: incredibile.

- Infine, a costo di sembrare Capitan Ovvio, lo devo dire: Parigi è una città romanticissima. Non importa quanto cinici o prevenuti siate (come la sottoscritta, che a Parigi c'era già stata da bambina e non l'aveva molto apprezzata), Parigi è la città dell'amore e vi convincerà. Potrete discutere mezz'ora col cassiere del supermercato per i 2.00 euro chiesti per una bottiglietta d'acqua, stare in fila tre ore sotto il sole per salire sulla Tour Eiffel, non digerire la talvolta troppo condita cucina locale. Ma poi arriverà, sicuramente, la magia. Quando meno te lo aspetti, di colpo, ti assale: è il fascino della città ed è impossibile resisterle. Potrebbe essere un giardino nascosto in cui si capita all'improvviso, un violinista straordinario che si esibisce a due passi dai binari della metro, uno spettacolo di ballerini di strada di notte, di fronte a Notre Dame... di una cosa sola potrete essere certi: arriverà all'improvviso e vi colpirà come un fortissimo e dolcissimo schiaffo.