Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.


- Charles Baudelaire -



venerdì 28 ottobre 2011

Berlino: che cosa vedere

Dopo attenta riflessione ho deciso di non proporvi più il mio programma dettagliato giorno per giorno per ogni viaggio che faccio, ma di darvi dei consigli su cosa fare e vedere in ogni città o Paese che ho visitato: è più veloce per me e probabilmente più interessante e agevole da leggere per voi. Farò seguire ad ogni attrazione proposta anche un giudizio, che sarà personalissimo e ampiamente opinabile, dettato semplicemente dal mio gusto e dalla mia esperienza.

Dunque, riguardo a Berlino, ecco cosa vi consiglio di visitare:

MONUMENTI E URBANISTICA

Mitte - Centro Storico



Reichstag: imponente, magniloquente, bellissimo. Da vedere (volendo anche solo da fuori).
Voto: 8.



Porta di Brandeburgo: un pezzo di storia a cielo aperto. Magica di sera, illuminata di rosa, durante il Festival delle Luci. A me è piaciuta più dell'Arco di Trionfo.
Voto: 10.

Pariser Platz:  la piazza alle spalle della Porta di Brandeburgo. Sede dello storico hotel Adlon, che ospita spesso diplomatici e celebrità, noto ai più per essere l'albergo dalle cui finestre Michael Jackson fece penzolare suo figlio sconvolgendo i mass media.
Voto: 6.

Babelplatz: è il luogo in cui gli studenti nazional socialisti organizzarono il primo rovo di libri il 10 maggio 1933. La piazza non è nulla di che ma l'installazione della biblioteca vuota è molto suggestiva. Consigliata.
Voto: 8.

Isola dei Musei (Museumsinsel): francamente non abbiamo avuto tempo di vistare i musei d'arte in questa parte della città (avevamo deciso di dare un taglio più "storico" al nostro viaggio) ma i palazzi in cui si trovano meritano senz'altro un'occhiata e qualche foto.
Voto: 7.

Mitte - Zona di Alexanderplatz

Fernsehturm: il simbolo di Berlino. Non bella ma sicuramente caratteristica. Grazie ai giochi di luce in occasione del Festival of Light di sera diventava molto bella da osservare. Molti consigliano di salire in cima a questa gigantesca torre della televisione, ma noi l'abbiamo boicottata a causa del costo eccessivo: 11 euro a testa!
Voto: 4.

MarienKirche: la nostra chiesa preferita a Berlino, nonché la più antica della città. Piccola, buia, accogliente, a due passi dalla piazza. I dipinti all'interno, un po' inquietanti, meritano uno sguardo. L'autobus per l'aeroporto si prende sul lato opposto della strada e passa ogni 9 minuti circa.
Voto: 8.

Mitte - Scheunenviertel

Neue Synagoge: miracolosamente scampata alla notte dei cristalli, questa sinagoga è un capolavoro di architettura moresca-bizantina. Nonostante da fuori sia uno spettacolo, internamente non è niente di che e l'esposizione sulla comunità ebraica berlinese è povera, noioso e mal organizzata. Risparmiatevi i 6 euro dell'ingresso e limitatevi ad ammirarne la struttura esterna: è l'unica cosa bella di questa attrazione.
Voto: 4 (a causa della delusione provata una volta entrati).

Tacheles: centro culturale ricoperto di graffiti dalla spiccata anima anarchica. In gran parte è stato murato e molte delle persone che lo frequentano ora sembrano più sfaccendati e disadattati oziosi che artisti. Tuttavia ci sono significative possibilità che venga abbattuto a breve per cui se siete in città prossimamente vi consiglio di darci un'occhiata: è pur sempre un pezzo di storia Berlinese. Sul retro è possibile vedere un bellissimo murales sul tema del "Joga Bonito".
Voto: 6 --.

Hackesche Hofe: un ammasso di cortiletti collegati tra loro senza ordine, costellati di boutique e café alla moda, e con i muri ricoperti di graffiti (alcuni veramente stupendi).
Voto: 8+.

Block der Frauen: questa scultura in arenaria situata lungo Rosenstrasse ricorda le donne cristiane che, all'epoca delle persecuzioni razziali che interessarono la città, protestarono contro le autorità che minacciavano di deportare nei campi di concentramento i loro mariti ebrei. Da vedre se vi è piaciuto il film "Rosenstrasse" di Margarethe von Trotta.
Voto: 6.

Postdamer Platz

Postdamer Platz: fino a vent'anni fa questa piazza era poco più di un campo abbandonato, la striscia vuota e desolata che correva lungo il muro (che un tempo attraversava la piazza), oggi ricordato da strisce di piastre metalliche poste dove un tempo si trovava il Mauer. Interessata da un'intensa riqualificazione urbanistica, oggi la piazza è il fiore all'occhiello della Berlino più moderna e tecnologica, fiancheggiata com'è di palazzi in vetro e acciaio che di sera - illuminati ad hoc - sembrano ancora più futuristici. Al centro della piazza c'è però un pezzo di storia: la copia del primo semaforo d'Europa (l'originale fu posto proprio qui nel 1924). Stupenda.
Voto: 9- .

Sony Center: un agglomerato futuristico di negozi e café è affiancato in questa struttura ai resti dello storico (nonché delizioso) hotel Esplanade. Ma la vera chicca del sony Center è la piazza centrale attorno alla quale si sviluppa, coperta da un tetto i vetro a forma di tenda sostenuto da travi d'acciaio disposte a raggiera.  La sera questo soffitto può risultare davvero mozzafiato, perché scintilla in uno spettacolo di luci cangianti.
Voto: 8+ .

Panoramapunkt: un grattacielo in stile Manhattan, l'ascensore più veloce d'Europa (23 piani in 20 secondi) e un panorama a 360° mozzafiato, che, portandovi fino agli ultimi due piani del palazzo, permette di ammirare tutti i principali monumenti della città dall'alto. C'è anche un café.
Voto: 7.

Charlottenburg

Schloss: il castello delle favole, lo sfarzo imperialista prussiano nella sua più fiabesca espressione.

Kreuzberg e Neukolln Nord 

Checkpoint Charlie: quello che un tempo era il principale punto di passaggio per gli Alleati, è probabilmente oggi il "monumento" più famoso di Berlino, fin troppo pieno di turisti, fin troppo sfruttato (fastidiosissimi sono ad esempio gli attori vestiti da soldati sovietici che si piazzano di fronte al checkpoint intasando tutte le foto e che chiedono 3,00 euro a scatto!). Detto questo è da vedere, non potete saltarlo. Si trova a due passi dal Mauer Museum e a una decina di minuti a piedi da Postdamer Platz.
Voto: 7.                  

Friedrichshain                           

East Side Gallery: un pezzo di storia e un museo a cielo aperto, ossia il pezzo di muro più bello del mondo.
Fantastico!
Voto: 9.      



MUSEI

In tutta la città


Se amate l'arte di strada Berlino vi sembrerà il Paradiso: camminando per la città tenete gli occhi aperti e guardatevi intorno, tutti i migliori street artists del mondo hanno usato i suoi muri per esprimere la loro personalità.
Voto: 10 +.














Mitte - Centro Storico

Hamburger Bahnhof - Museo di arte contemporanea: a pochi passi dalla Haupbahnof. Interessante soprattutto per le opere di Andy Warhol in esposizione permanente (tra cui il famosissimo ritratto di Mao). Quando l'abbiamo visitato noi c'era una fantastica personale interattiva di Tomàs Saraceno: una grande scoperta!
Voto: 7.



Berliner Medizinhistorisches Museum: il museo della Medicina di Berlino, ricavato da un ala dell'ospedale Charité. Molto interessante ed impressionante: presenta una ricca collezione di deformità umana, sia di singoli organi, che di feti o neonati, conservati in formaldeide. Non adatto ai più sensibili. Perfetto per i medici e gli aspiranti tali.
Voto: 8 +.

Isola dei Musei (Museumsinsel): francamente non abbiamo avuto tempo di vistare i musei d'arte in questa parte della città (avevamo deciso di dare un taglio più "storico" al nostro viaggio) ma i palazzi in cui si trovano meritano senz'altro un'occhiata e qualche foto.
Voto: 7.

Mitte - Zona di Alexanderplatz

DDR Museum: il nostro museo preferito a Berlino, attaccato al Duomo della città. Si tratta di un'esposizione interattiva di artefatti e reperti risalenti all'epoca della DDR. Quaderni di scuola, armi, vestiti: ogni cosa si può toccare e usare a proprio piacimento. All'interno è anche stata ricostruita la cella di una prigione della Stasi, la stanza interrogatori usata dalla polizia segreta e un tipico appartamento anni '60 della Germania socialista (in cui ci si può accomodare, si può cambiare il canale della TV e aprirne credenze e cassetti per vedere cosa contenevano). Perfetto per scolaresche e bambini/ragazzi.
Voto: 10+.



Mitte - Scheunenviertel

Neue Synagoge: miracolosamente scampata alla notte dei cristalli, questa sinagoga è un capolavoro di architettura moresca-bizantina. Nonostante da fuori sia uno spettacolo, internamente non è niente di che e l'esposizione sulla comunità ebraica berlinese è povera, noioso e mal organizzata. Risparmiatevi i 6 euro dell'ingresso e limitatevi ad ammirarne la struttura esterna: è l'unica cosa bella di questa attrazione.
Voto: 4 (vedi sopra).

Museum Blindenwerkstatt Otto Weidt: museo molto toccante sulla vita coraggiosissima di Otto Weidt, lo Shindler berlinese, a cui tanti ebrei della città (soprattutto ciechi e sordi) dovettero la vita durante le persecuzioni naziste. Utile per conoscere un pezzo commovente della storia della Shoah, che difficilmente vi verrà raccontato altrove. Toccante.
Voto: 9.

Postdamer Platz



Topographie des Terrors: un museo che vale assolutamente la pena di essere visto, sorto laddove un tempo si ergeva il centro nevralgico del potere nazista. I resti i quel palazzo stanno ancora lì, ammassati, a ricordare l'orrore che si sviluppò all'interno di quelle pareti ormai in frantumi. Su di esse sorge un nuovo, interessantissimo museo, che analizza con approfondimenti e riflessioni tutte le sfaccettature dell'orrore nazista. L'esposizione consiste per lo più di fotografie e lunghe descrizioni dettagliate (in tedesco e inglese) e continua anche all'esterno del palazzo, vicino al pezzo del Muro di Berlino originale che è stato ricollocato qui, per non dimenticare neppure l'orrore socialista che seguì il terrore nazista. Calcolate almeno 2 ore per questa visita. Da vedere.
Voto: 8 e 1/2.

Charlottenburg

Museum Fur Fotografie / Helmut Newton Stiftung: se amate la fotografia è il museo che fa per voi. Sono esposte le fotografie più famose di Helmut, qualche sua polaroid (una sorta di provini delle fotografie "ufficiali" pubblicate poi dalle riviste di moda), alcune foto scattate dalla moglie Alice Springs (anch'essa fotografa), le lettere inviate alla moglie alla morte del fotografo un po' da tutto il mondo e la ricostruzione del suo appartamento di Monaco. Stravagante! A noi è piaciuto un sacco!
Ingresso ridotto per studenti: 4,00 euro.
Voto: 9.

Kreuzberg e Neukolln Nord 

Stasi Informations - und Dokumentationszentrum: se volete conoscere tutte le strategie usate un tempo dalla polizia segreta della Germani dell'est per spiare i propri cittadini, apprezzerete questo accurato museo a tema. A due passi dal Checkpoint Charlie. Istruttivo.
Voto: 7.

Mauermuseum: questo caotico museo privato, ricchissimo d'informazioni e reperti d'epoca ha aperto i battenti nel 1963 a due passi dal muro. Da allora l'esposizione si è ampliata, ingigantita, dilatata. E' molto interessante ma non ben organizzato, comunque assolutamente da vedere.
Voto: 9 per i contenuti, 4 per la confusione.

Friedrichshain                             

East Side Gallery: un pezzo di storia e un museo a cielo aperto, ossia il pezzo di muro più bello del mondo.
Fantastico!
Voto: 9.    

Quartieri Orientali

Stasimuseum Berlin: questa zona della città è già di per sè un museo a cielo aperto sulla storia della Germania orientale negli anni della guerra fredda: appena usciti dalla metropolitana vi ritroverete infatti circondati da palazzoni anni '60 in stile sovietico e baracche fatiscenti. Persino i prezzi in questa zona della città ci sono sembrati più bassi!
Il museo è una vera chicca, ricavato in quello che un tempo era il quartier generale del potere della Germania socialista. Sia gli esterni che gli interni sono stati mantenuti volutamente retrò, apertamente cristallizzati in un'epoca ormai ampiamente superata da una città e una nazione che in 20 anni è riuscita a fare quello che probabilmente a noi italiani deve ancora riuscire dopo 150 anni. All'interno vengono illustrati i capisaldi e i valori che si respiravano al di là del muro, sono esposti gli arredi originali degli uffici della Stasi, ripercorse le biografie dei leader del Paese tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta e illustrati i metodi (spesso decisamente ingegnosi e originali) con cui la Stasi spiava nemici e amici. Persino il bar all'interno del museo si intona all'ambiente e sembra essere stato teletrasportato dalla Berlino dell'est degli anni Settanta. Piccola pecca, comune anche ad altri musei di Berlino (ad esempio a quello della Medicina) ma qui particolarmente accentuata: le didascalie e spiegazioni in inglese a un certo punto delle percorso di visita si interrompono e restano solo le spiegazioni in tedesco!
Voto: 7+ .


INTRATTENIMENTO

Mitte - Zona di Alexanderplatz


Aquadom & Sealife Berlin: l'acquario di Berlino, fantastico! Perfetto se avete dei bambini. In caso contrario potete limitarvi ad ammirare la splendida colonna d'acqua nella lobby del Radisson Blu Hotel. Voto: 7.


Prenzlauer Berg

Scoprite il quartiere. Se avete un pomeriggio libero spendetelo qui, secondo noi è il quartiere più piacevole, rilassante e distensivo di Berlino, pieno di deliziosi café, negozietti unici, ristoranti pittoreschi. Perdetevi tra i suoi viali alberati in una giornata di sole, frugate tra gli scaffali dei negozi Vintage che nel quartiere si sprecano o mangiate un currywurst in un chiosco in attività dal 1930.
Voto: 8.

Mauerpark: un parco piuttosto squallido e triste che diventa imperdibile la domenica, quando si riempie di persone ansiose di fare affari d'oro al mercatino delle pulci organizzato qui ogni settimana (Flohmarkt am Mauerpark) o di partecipare al singolare Bearpit Karaoke che richiama qui ogni domenica di bel tempo, nell'anfiteatro del parco, circa 2000 persone da tutta la città, e che vede esibirsi sul palco sia il simpaticone di turno che si rende gratuitamente ridicolo, sia cantanti semiprofessionisti impegnatissimi. Se volete passare una domenica unica non potete non andarci!
Voto SOLO la domenica: 8 e 1/2; il resto della settimana: 3.

mercoledì 26 ottobre 2011

Berlino: il festival delle luci



Il motivo principale per cui abbiamo scelto Berlino per questo nostro viaggetto autunnale è il festival delle luci, ne avevamo tanto letto e tanto sentito parlare che non vedevamo l'ora di prendervi parte. In pratica consiste nell'illuminare in modo molto suggestivo i musei, i monumenti e alcuni hotel, bar o negozi della città per una settimana. Onestamente l'idea è carina e permette di scattare un sacco di belle foto (quindi lo stra consiglio ai fotografi o aspiranti tali) ma non è nulla più di questo. Credo che l'iniziativa potrebbe essere sviluppata e potenziata, per esempio con la proposta di spettacoli e giochi inerenti al tema della luce in giro per la città, con l'istituzione di "una notte bianca" o qualcosa di simile. A onor di cronaca devo dire che l'installazione luminosa a forma di volto umano in Postdamerplatz a me è parsa davvero geniale: direi che quella è la strada giusta! Quindi: bell'idea ma ancora un po' stiracchiata.

Berlino - Il volo



Siamo appena tornati da Berlino: è stata una decisione dell'ultimo minuto per cui non abbiamo potuto pianificare granché bene le cose. In ogni caso siamo rimasti molto soddisfatti del nostro viaggio, anche se il volo ci è costato un po' caro. Abbiamo volato con Airberlin, ottima compagnia che offre anche valide occasioni per voli a lungo raggio (ad es: mio cognato è riuscito a spendere una sciocchezza per andare a San Francisco) e che nei voli più brevi prevede anche alcuni piccoli benefit (bevande calde e fredde e spuntini gratuiti, coperte, cuscini) che la compagnie low cost non contemplano. Noi in tutto, per un volo di andata e ritorno da Verona a Berlino Tegel abbiamo speso:

220 euro totali (110 euro a testa)

Non è poco, lo so, ma avevamo solo quei giorni a disposizione e ci tenevamo ad essere in città per il festival delle luci (ve ne parlerò nel prossimo post). Partendo un giorno prima (lunedì 21 ottobre) avremmo speso quasi la metà, tuttavia a causa dei nostri impegni di lavoro siamo stati costretti ad optare per questa meno conveniente occasione. Va precisato comunque che anche Ryanair copre Berlino, ma l'aeroporto interessato più vicino a casa nostra era quello di Bergamo-Orio al Serio e gli orari proposti da questa struttura non erano certamente i migliori. Dunque, per comodità ed evidenti limiti di tempo abbiamo optato per la compagnia tedesca summenzionata.

Siamo partiti martedì 18 ottobre 2011 alle 10.25 dall'aeroporto Valerio Catullo (Verona) ed atterrati a Berlino alle 12.05. All'aeroporto veronese il check-in è stato veloce e ben organizzato.
Siamo tornati in Italia sabato 22 ottobre 2011 partendo dall'aeroporto di Berlino alle 14.20 ed atterrando a Verona alle 15.50. Il volo è stato puntualissimo, piacevole, senza problemi. Sia all'andata che al ritorno i bagagli sono arrivati velocemente e senza intoppi. Nel complesso ci riteniamo ampiamente soddisfatti del servizio.

Anche in questo viaggio abbiamo utilizzato la compagnia di parcheggi low cost di cui vi avevo parlato nel mio post sull'aeroporto di Bergamo, relativamente al nostro viaggio a Parigi. Questa volta il servizio è stato un pelo più carente (ad esempio il macchinario per imballare i bagagli era rotto) anche se nel complesso ci riteniamo soddisfatti. Altra pecca: questo parcheggio non è attaccato all'aeroporto come a Bergamo ma è a dieci minuti buoni di macchina dal Valerio Catullo. In ogni caso il trasferimento è a carico del parcheggio. Per tenere la macchina 4 giorni in un parcheggio al coperto abbiamo pagato:

34 euro totali.

Per quanto riguarda gli spostamenti nella capitale tedesca, sappiate che l'aeroporto Tegel si trova molto vicino a Berlino e che la soluzione più economica per arrivare in città è prendere l'autobus TXL (costo di un biglietto singolo: 2,30 euro) che parte dall'aeroporto e che si ferma in diversi punti d'interesse (tra cui Hautbanhof e Alexanderplatz) e impiega circa 30 minuti per giungere in centro.

lunedì 26 settembre 2011

Parigi: 1° giorno

Mattina

Siamo atterrati a Parigi Beavuais in orario, domenica 24 luglio 2011 alle 08.00 del mattino. Una volta raccolto il nostro bagaglio ci siamo messi in fila per acquistare il biglietto dell'autobus per il centro di Parigi (la biglietteria si trova accanto al nastro che distribuisce ai passegeri i loro bagagli) al costo di:

15 euro a testa.

L'autobus per il centro città impiega circa un'ora-un'ora e mezza per arrivare a Parigi, salvo imprevisti (al ritorno ci abbiamo messo più di due ore perché l'autista ha sbagliato strada!). L'autobus ci ha "scaricati" a Porte Maillot, a due passi dall'omonima fermata della metropolitana. Qui abbiamo acquistato due biglietti di sola andata e abbiamo preso la linea gialla in direzione Chateau de Vincennes, scendendo a Chatelet, la fermata più vicina al nostro hotel (di cui ho già abbondantemente parlato in un post precedente appositamente dedicatogli). Arrivati all'hotel abbiamo scoperto che la nostra camera non era ancora pronta: abbiamo lasciato le valigie alla reception e siamo partiti alla scoperta del nostro quartiere, il Marais. Un quartiere eclettico, artistico, raffinato, sede della comunità omosessuale parigina (il che appare palese verso l'ora dell'aperitivo, quando i locali del quartiere si riempiono di avventori decisamente espliciti). A Marais c'è anche un micro quartiere più limitato, Pletzl, sede della comunità ebraica della città, con la sua Sinagoga e i suoi chioschetti di Felafel e le sue panetterie ebraiche.
In questa zona segnaliamo due "hot spot":

- Place des Vosges: a me ricorda vagamente Prato Della Valle (Padova) e francamente non mi fa impazzire. E' la piazza più antica di Parigi, uno spiazzo erboso circondato da case con porticato che sembrano tutte uguali. Una curiosità: Victor Hugo abitò in un appartamento che si affacciava su questa piazza per 16 anni.

e il

- Memorial de la Shoah: il monumento all'Olocausto della città.

ma il vero sapore del Marais si assapora perdendosi per le sue viuzze e vivendone la straordinaria quotidianità.
In questo quartiere tra l'altro si trova una tea room davvero carina e decantata dalle più famose guide di viaggio: Le Loir Dans La Théière, contraddistinta da interni ombrosi, arredamento d'altri tempi, manifesti affissi in ogni centimetro delle pareti e una cucina casereccia ad accompagnare la vostra tazza di thé a colazione, brunch o merenda.


Sulla lavagnetta posta in sala, scritte col gesso, sono elencate le proposte del giorno: in genere ci sono almeno 3 torte salate fatte in casa. I prezzi tuttavia sono davvero impegnativi: per due fette di torta salata (una Quiche Lorraine e una torta salata alle olive, melanzane, pomodoro e basilico... entrambe deliziose e molto abbondanti), un thé e una spremuta d'arancia abbiamo speso:

19 euro totali.

A colazione conclusa ci siamo diretti in direzione delle Iles (Ile de La Cité e Ile Saint-Louis): anche qui abbiamo preferito perderci senza troppa attenzione tra le vie delle due isolette gemelle, ammirandone i locali e i negozi (per lo più trappole per turisti) che tuttavia erano quasi tutti chiusi (era domenica!). Qui avremmo anche voluto provare il tanto decantato gelato di Berthillon ma purtroppo abbiamo trovato la gelateria chiusa per rinnovo locali (avrebbe dovuto riaprire a settembre). Molti bar nelle vicinane asserivano di vendere l'autentico gelato di Berthillon ma ci parevano troppi per essere credibili e quindi abbiamo preferito rimandare questa esperienza alla nostra prossima visita a Parigi. 
Dopo tanto girovagare siamo finiti a Notre Dame: splendida nella luce cristallina di quella domenica d'estate. Dopo decine di foto (eh sì, sono una maniaca delle foto ricordo!) ci siamo messi in fila (la prima di tante!) per entrare nella cattedrale più famosa di Francia e dopo una luuuunga attesa siamo riusciti ad entrare e ad ammirare le vetrate istoriate più famose del mondo. Nonostante l'ottima impressione che ci ha fatto vi consiglio di tornare a Notre Dame di sera: illuminata da tanti piccoli faretti si staglia struggente e malinconica contro il cielo stellato: è forse il ricordo più romantico che ho di Parigi. 

Pomeriggio

Visto l'abbondante colazione all'ora di pranzo non avevamo fame e abbiamo deciso di continuare il nostro programma senza l'interruzione verso l'una e mezza che ci eravamo prefissati. Usciti dalla cattedrale ci siamo concessi qualche minuto di relax nei giardini che la circondano, quindi abbiamo proseguito in direzione della Sainte-Chapelle. Lungo il cammino abbiamo attraversato il minuscolo e pittoresco Marché aux Oiseaux (in Place Louis Lépin), contraddistinto dal canto melodico di decine d'uccelli. Abbiamo proseguito lungo lo splendido e ombroso Boulevard du Palais



e ci siamo messi in coda per l'ingresso alla Sainte-Chapelle. Fortunatamente abbiamo atteso "solo" una mezz'oretta per entrare nella splendida cappella francese. All'interno ci attendevano due belle sorprese: abbiamo scoperto che i cittadini UE fino ai 25 anni non pagano (qui come altrove) per cui siamo entrati gratuitamente; e abbiamo contemplato una delle decorazioni più ricche, belle, e colorate mai viste. Sinceramente, la cappella merita una visita: dovete assolutamente andarci! Usciti dalla Sainte-Chapelle ci siamo concessi una romantica passeggiata mano nella mano lungo la Senna, abbiamo contemplato e attraversato lo splendido Pont Neuf mangiando una vaschetta di pommes frites acquistate in un chioschetto lungo la strada. Abbiamo anche osservato divertiti il Pont des Arts, contagiato dalla Moccia-mania e risplendente alla luce di centinaia di lucchetti dorati lasciati lì dagli innamorati di tutto il mondo.
Quindi abbiamo preso la Metro rosa da Pont Neuf in direzione La Courneuve, cambiato a Palais Royal-Musée du Louvre e preso la metro gialla in direzione La Défense. Siamo scesi a La Concorde perché il nostro obiettivo era Musée de l'Orangerie, ma una volta lì abbiamo scoperto che la viabilità pedonale era molto rallentata a causa della tappa finale del Tour de France; così abbiamo deciso di concederci l'esperienza di assistere alla volata finale prima di dirigerci a sgomitate verso il museo. 


Anche al Musée dell'Orangerie i giovani cittadini UE (fino ai 25 anni) non pagano: per cui abbiamo visto gratuitamente alcune delle opere più famose di Monet: otto tavole gigantesche che ritraggono le Nymphéas che tanto ossessionarono l'artista. Se volete il mio parere il museo è un po' ripetitivo ma vale assolutamente una visita se, come me, amate l'Impressionismo. I quadri sono incantevoli, emozionanti (tanto che ne abbiamo acquistato una riproduzione nel negozio del museo), favolosi.



Se volete assaporarne una descrizione davvero coinvolgente e acuta vi consiglio di leggere le splendide pagine che Alessandro Baricco ha dedicato, in City, a queste tele, per mezzo della voce del Professor Kjlroy. 
Al di là della digressione letteraria, questo museo è a nostro avviso consigliatissimo. 
All'uscita della galleria ci siamo divertiti a girovagare nello splendido e ombroso Jardin des Tuileries: un parco d'altri tempi, arricchito da giostre e intrattenimenti attualissimi (qui potete trovare la grande ruota panoramica parigina).



Siamo quindi ritornati sui nostri passi e, presa un'imbarcazione nei pressi di Pont Neuf, abbiamo fatto la cosa più turistica che si possa fare a Parigi, ma che noi consigliamo di cuore: la gita in battello al tramonto! E' vero, è scontata, banale e traboccante di turisti ma è il modo più comodo, veloce e piacevole di farsi un'idea accurata della città. Tra le varie compagnie che proponevano questa gita abbiamo scelto Les Vedettes du Pont-Neuf che per

13 euro a testa

ci ha permesso di conoscere i segreti della Senna, grazie alla descrizione (in inglese) di uno studente della Sorbonne. Questa compagnia ci è piaciuta perché attraccava piuttosto vicino al nostro hotel e, soprattutto, perché aveva imbarcazioni più piccole e meno affollate di quelle usate dal più famoso (e amato dalle agenzie turistiche) Bateaux Mouches. La gita è durata circa un'ora e mezza e ci ha permesso di ammirare la città da una prospettiva davvero unica! 



Sera

Terminata questa piccola escursione ci siamo diretti in hotel, abbiamo preso possesso della nostra camera e, dopo una rapida doccia, ci siamo diretti al ristorante scelto per la cena: il favoloso Bouillon Racine. 



Il ristorante, concepito come mensa operaia nei primi anni del XX secolo, appare oggi elegante e raffinato, ma con un tocco eclettico eccezionale, regalatogli dagli straordinari interni art nouveau. Qui abbiamo cenato con paté de foie gras con composta di mele e pane biscottato, escargot a la bourguignonne, maiale patanegra con puré di patate e tartare di filetto. Nel complesso una cena d'alta classe, fantastica, veramente deliziosa, conclusa con un sorbetto "preparato come una volta" (al gusto di uva, arance di sicilia e fichi di provenza) per me e un gelato ai tre cioccolati per Gianmarco.
Per questa cena fantastica abbiamo speso:

89 euro totali (circa 45 euro a testa)

All'uscita ci siamo persi per le vie vivaci e multietniche del Quartiere Latino, quindi siamo tornati in hotel per un lungo, e meritato, riposo.

Parigi: la vigilia e il volo



Come ho già scritto Parigi è una città davvero molto cara, su una cosa però potete risparmiare: il volo. Infatti, quest'estate le offerte di voli per Parigi piovevano a catinelle. Noi non ne abbiamo potuto approfittare fino in fondo perché abbiamo prenotato il volo all'ultimo secondo ma abbiamo comunque spuntato un prezzo piuttosto onesto. Abbiamo optato per l'opzione che ci offriva gli orari migliori (andata: 6.30 del mattino, ritorno 22.30 di sera) al prezzo migliore.
In totale per il volo A/R con Ryanair da Bergamo - Orio al Serio abbiamo speso:

127.96 euro totali (64 a testa) 
prezzo comprensivo di volo, tasse aeroportuali e spese per una valigia supplementare oltre ai bagagli a mano (Ryanair ora fa pagare ogni bagaglio che si vuole imbarcare: 40.00 euro per 15 kg massimo di carico).

Siamo partiti da Orio al Serio (Bergamo) domenica 24 luglio alle 6.30 del mattino. Abbiamo scelto questo volo perché ci consentiva di sfruttare al meglio la giornata di domenica: infatti alle 08.05 del mattino eravamo già a Parigi Beauvais. Tuttavia questa soluzione ci ha creato un problema: noi non abitiamo vicinissimi a Bergamo e per essere alle 5.00 in aeroporto per il check-in e l'imbarco avremmo dovuto partire alle 2.30-3.00 di notte da casa. 
Abbiamo pertanto preferito passare la notte di sabato 23 luglio vicino all'aeroporto, presso l'hotel "La Quercia"a Mozzo (BG). Una sistemazione semplice, senza pretese, piuttosto economica, con un proprietario gentilissimo, che ci ha dato mille consigli e ci ha dato persino le chiavi del cancello visto che alla mattina saremmo partiti prima che lui si svegliasse. Inoltre, visto che partendo molto presto non avremmo potuto usufruire della colazione offerta dall'hotel, ci ha dato due brioches confezionate e due succhi da portare con noi in aereo per fare colazione: un vero tesoro!
Per una notte in questo hotel abbiamo speso:

50 euro totali (25 euro a testa).

Lasciato l'hotel verso le 4.45 del mattino ci siamo mossi in direzione dell'aeroporto che abbiamo raggiunto in 5 minuti. Abbiamo deciso di lasciare la nostra auto NON nel parcheggio ufficiale dell'aeroporto (videosorvegliato ma non custodito) ma in un parcheggio privato a pochi metri dall'aeroporto (fa parte di una catena chiamata "parcheggi low cost") che chiedeva:
- 29.00 euro a settimana (prezzo fisso anche per frazioni di settimana) per un posto auto allo scoperto
- 36.00 euro per un posto al coperto.
Il parcheggio è custodito e offre un servizio efficiente di bus navetta da e per l'aeroporto compreso nel prezzo. Il parcheggio è inoltre coperto da tre differenti polizze assicurative. In aggiunta, per 6.00 euro, offre il servizio di "imballaggio" dei bagagli, servizio che, per un motivo o per l'altro, a Orio al Serio non abbiamo mai trovato funzionante.
Arrivati in aeroporto ci siamo accordati con l'autista del bus navetta del parcheggio per giorno e ora in cui sarebbe dovuto tornare a riprenderci e ci siamo avviati al desk Ryanair dove abbiamo solo imbarcato il bagaglio perché avevamo già fatto il check-in online. 

Attenzione! La politica Ryanair riguardo al bagaglio in eccedenza è (se possibile) peggiorata: per ogni kg in più di bagaglio (rispetto al peso "concordato" sul sito) si devono pagare 11 euro: una ragazza a Parigi ha dovuto pagare ben 77 euro a causa degli acquisti accumulati nella capitale francese!

sabato 6 agosto 2011

Parigi - L'Hotel

Ancora una volta la nostra sistemazione ci ha davvero soddisfatti. Per scegliere l'hotel tra quelli proposti nelle guide e in Internet, questa volta, tra i nostri criteri di selezione (che in genere si limitano a posizione centrale e pulizia), ce ne era anche uno nuovo, voluto fortemente da Gianmarco: voleva assolutamente un hotel piccolino, caratteristico, possibilmente storico, nulla di troppo moderno o asettico. Dalla nostra analisi su Parigi abbiamo notato che la maggior parte degli hotel che rispondevano ai nostri criteri e al nostro budget si trovavano a Montmartre o nella vicina Villiers, uno solo si trovava in una zona diversa, il Marais, una zona perfetta, centralissima, e si dà il caso che fosse il nostro preferito. Tuttavia, una volta contattato l'hotel in questione, abbiamo scoperto che non aveva alcuna camera libera. Fortunatamente, un paio di settimane prima di partire siamo stati contattati direttamente dall'albergo perché una delle camere matrimoniali era stata disdetta: per scusarsi dell'avviso così sotto data ci è stata fatta un'offerta speciale e non abbiamo certo potuto rifiutare!

Si tratta dell' Hotel de la Bretonnerie. Situato nel Marais, più precisamente nella zona di Pletzl, a 10 minuti a piedi da Notre Dame. L'edificio è una storica casa parigina del Seicento stupenda, con caratteristiche travi a vista. Le camere sono piccine ma comunque piuttosto grandi rispetto agli standard parigini, i bagni stupendi, l'arredamento impeccabile. L'hotel è piuttosto piccolo, dispone di sole 29 camere, arredate tutte in modo differente l'una dall'altra. La zona è molto tranquilla, anche se è l'epicentro della vita gay della capitale (per chi fosse interessato, durante la nostra permanenza abbiamo notato che il locale con più richiamo  era il Cox- in Rue des Archives, 15... a due passi dall'hotel), per cui se siete omofobici o avete problemi con un certo tipo di vicinato non vi conviene soggiornare nella zona. In ogni caso noi l'abbiamo trovata una zona perfetta, tranquilla, sicura e centralissima, attorniata da tanti ristorantini e panetterie ebraiche (la zona di Pletzl è infatti storicamente il quartiere ebraico di Parigi).
Come in molti hotel di Parigi la colazione non è compresa nel prezzo, e si paga a parte (9 euro a testa). Noi non ne abbiamo mai usufruito ma vi consiglio comunque di dare un'occhiata alla saletta adibita allo scopo: è davvero graziosa!
Unica nota lievemente stonata è stata il personale: sono molto cortesi una volta interpellati ma per nulla solleciti, piuttosto passivi e poco ricettivi. In generale ci è sembrato che tutti gli inservienti fossero fin troppo sbrigativi e rudi nel sbrigare le pratiche di accoglienza e check-out e che sembrassero sempre un po' scocciati ogniqualvolta gli si chiedeva una qualche informazione. Tuttavia dobbiamo ammettere che quando ne abbiamo avuto bisogno (ad esempio: il phon in dotazione nella nostra camera era rotto e ce ne hanno dato uno professionale per rimediare all'inconveniente), sono sempre stati molto professionali e competenti.

Per il pernottamento nell'hotel abbiamo speso:

113 euro a notte (56,50 a testa).

Però tenete presente che ci è stata fatta un'offerta speciale dovuta alle particolari condizioni in fase di prenotazione a cui vi ho accennato prima. In genere una camera matrimoniale normale costa circa 120 euro a notte. Il prezzo sale un pochino per le magnifiche e spaziose suite.

STANZA: 8 e 1/2
PULIZIA: 9
POSIZIONE: 9 e 1/2
SERVIZI: 6  e 1/2
QUALITA' DEL SONNO: 7 e 1/2 (solo perché una mattina siamo stati svegliati da un camion dell'immondizia che ha sostato rumorosamente di fronte all'hotel per una buona mezz'ora).

Parigi: pensieri e parole

Quest'anno, per il mio compleanno, Gianmarco mi ha davvero viziato, regalandomi un long weekend nella capitale francese. In tutto siamo rimasti a Parigi 4 giorni pieni, dal 24 al 27 luglio 2011. Ecco le impressioni "a caldo" che ci siamo portati a casa:

- Parigi è la città più cara del mondo: noi abitiamo vicino a Venezia, siamo stati più di una volta a Londra, abbiamo visitato New York per cui parliamo con cognizione di causa. La città è davvero carissima e non è paragonabile con nessun altra in cui siamo stati. Certo, c'è modo di risparmiare, ma a parità di scelta ed esperienze è davvero sopra la media. Se volete andare a Parigi quindi, mettete in conto una spesa piuttosto consistente.

- Preparatevi ad attendere: ovunque, in giro per la città, siamo stati in coda. Per visitare i musei, per andare in bagno, per prendere l'autobus per l'aeroporto: armatevi di pazienza!

- Se non conoscete il francese preparatevi a faticare. Io ho studiato francese un solo anno, al liceo, per cui le mie conoscenze sono davvero rudimentali; eppure mi sono servite più della mia ben più valida competenza in inglese. Addirittura alcuni locali scrivono a grandi caratteri, fuori dalla porta, "English spoken", perché è una vera rarità! Inoltre, anche laddove la persona con cui comunicherete asserirà di conoscere l'inglese, sappiate che non è detto che riuscirete a capirla agevolmente: spesso l'accento francese è talmente marcato, che occorre un grande sforzo per riuscire a capire qualcosa quando gli abitanti della capitale si cimentano con un'altra lingua. In generale comunque, le competenze linguistiche del personale alberghiero sono ben al di sopra della media, quindi non disperate, la situazione al vostro albergo sarà quasi sicuramente molto più agevole che in giro per la città.

- Preparatevi a sentirvi sfiniti, disorientati, frustrati. Parigi ha veramente moltissime cose da offrire ai turisti, ci si potrebbe tornare 10 volte e mancherebbe ancora qualcosa da visitare. Questo aspetto, sicuramente un punto a favore, sulla carta, per la città, la rende tuttavia una fonte inesauribile di frustrazione. Infatti, per quanto visitiate e camminiate, il tempo a vostra disposizione finirà prima del previsto e vi sentirete sempre in colpa per non aver visto abbastanza, per aver perso troppo tempo a pranzo, per esservi persi tra le pareti del Louvre. A questo si aggiungono gli orari francesi che non sono esattamente a misura di turista. Musei ed attrazioni in genere sono aperti dalle 09.00 alle 18.00 (tranne un giorno a settimana, in genere il più affollato, in cui stanno aperti più a lungo), nei ristoranti è difficile mangiare prima delle 12.30 o dopo le 15.00 (benedetti bistrot!), così come prima delle 19.00 o dopo le 22.00 e i negozi in genere aprono la mattina molto tardi (10.00 o addirittura 11.00) e chiudono verso le 19.00 (in genere lavorano con orario continuato). Quindi al contrario di altre capitali che abbiamo potuto vivere con più distensione (come Lisbona, Londra o New York) grazie anche agli orari molto elastici dei loro esercizi commerciali e delle loro attrazioni, a Parigi ci è sembrato di vivere una corsa continua contro il tempo.

- E' la città con più asiatici al mondo (dopo le città asiatiche, ovviamente!). Questa nota non vi sarà utile durante il viaggio, ma è un fatto che a noi ha colpito moltissimo. Lo ripeto, viviamo vicino a Venezia dove i giapponesi in comitiva, armati di macchinette fotografiche, sono una presenza costante, e vicino a Padova, dove i cinesi si sono costruiti un micro impero con tanto di "ghetto", eppure non eravamo preparati a una presenza così massiccia. Ovunque ci trovassimo, in qualsiasi strada, attrazione, metrò, noi occidentali eravamo in netta minoranza, o comunque in parità: incredibile.

- Infine, a costo di sembrare Capitan Ovvio, lo devo dire: Parigi è una città romanticissima. Non importa quanto cinici o prevenuti siate (come la sottoscritta, che a Parigi c'era già stata da bambina e non l'aveva molto apprezzata), Parigi è la città dell'amore e vi convincerà. Potrete discutere mezz'ora col cassiere del supermercato per i 2.00 euro chiesti per una bottiglietta d'acqua, stare in fila tre ore sotto il sole per salire sulla Tour Eiffel, non digerire la talvolta troppo condita cucina locale. Ma poi arriverà, sicuramente, la magia. Quando meno te lo aspetti, di colpo, ti assale: è il fascino della città ed è impossibile resisterle. Potrebbe essere un giardino nascosto in cui si capita all'improvviso, un violinista straordinario che si esibisce a due passi dai binari della metro, uno spettacolo di ballerini di strada di notte, di fronte a Notre Dame... di una cosa sola potrete essere certi: arriverà all'improvviso e vi colpirà come un fortissimo e dolcissimo schiaffo.

domenica 20 marzo 2011

CUBA: Pensieri e Parole


Siamo appena tornati da Cuba ed è superfluo dire che ce ne siamo perdutamente innamorati. Prima di riportare l'intero resoconto della nostra vacanza desidero scrivere di getto i propositi, le emozioni, le riflessioni che questo viaggio ci ha ispirato. Con questo post desidero iniziare una rubrica (Pensieri e Parole) in cui scriverò, a caldo, dopo ogni viaggio, le impressioni inevitabili che il viaggio in questione mi ha suscitato, sperando che queste possano aiutarvi a capire meglio lo spirito che lo ha accompagnato e contraddistinto.

1) Dovrei fare docce più brevi.
2) Non ascolto abbastanza musica.
3) L'amore vero è un lusso per la gente ricca. E libera.
4) Dovrei mangiare meno e preferire cibi meno conditi.
5) Dovrei fare colazione con tanta frutta fresca di stagione.
6) Dovrei preferire i prodotti locali.
7) Amo appassionatamente, spregiudicatamente, intensamente la guayaba. Meglio conosciuta da noi come guava.
8) Dovrei drasticamente rivedere le mie pretese riguardo all'igiene.
9) Dovrei leggere di più e studiare con più attenzione la storia, la politica, la filosofia.
10) Dovrei fare meno foto e aprire di più gli occhi.
11) Il capitalismo appare in tutta la sua effimera vacuità di fronte a un supermercato con gli scaffali vuoti che espone dentifricio e saponette come se fossero gli ultimi ritrovati della ricerca cosmetica.
12) Non è detto che il sapere renda liberi.
13) I vecchi occidentali che vanno in capo al mondo per conquistare ragazzine affamate con cui sentirsi dei focosi playboy mi fanno vomitare.
14) Le quaranta/cinquantenni appena divorziate con la faccia da befane che seducono maestri di salsa ventenni affamati mi fanno vomitare.
15) Non c'è limite all'adorazione di cui può essere oggetto Che Guevara.
16) La forza della propaganda dittatoriale è indescrivibile.
17) Il potere ha sempre bisogno della paura.
18) Esistono ancora dei posti, nel mondo, in cui la natura è davvero selvaggia. E in cui i contadini sono veri contadini. E in cui la vita segue, naturalmente, il ritmo della terra.
19) Ogni tanto sarebbe bene dimenticarsi l'orologio sul comodino, a casa.

A breve la descrizione dei nostri 10 giorni cubani.

mercoledì 19 gennaio 2011

Istanbul: 2° giorno (lunedì 20 settembre 2010)

Abbiamo un fitto programma da rispettare per questa giornata: ci svegliamo verso le otto e dopo una rapida doccia saliamo sul tetto dell'albergo dove ci aspetta una magnifica colazione a buffet.

Riempiamo il piatto di uova, salumi turchi, dolci fatti in casa (da leccarsi i baffi) e marmellata di rose (con tanto di petali visibili: squisita!).

Nelle tazze versiamo abbondantemente thé turco, un thé nero molto forte e saporito che normalmente viene servito in piccoli bicchierini di vetro, probabilmente a causa del fortissimo aroma che lo contraddistingue (per i meno aperti comunque, vengono serviti anche il caffè e i thé a cui siamo più abituati in Italia).
Ripuliti i piatti e ripassato il programma usciamo dall'hotel e troviamo una città molto diversa da quella che ci ha accolto la mattina precedente: l'ora di oggi è molto più ragionevole e le strade di Sultanahmet sono gremite di persone, sia turisti che locali. Percorriamo l'Ippodromo in tutta la sua lunghezza e notiamo diverse persone che fanno la fila per entrare nella Moschea Blu. Avendola già visitata il giorno precedente proseguiamo in direzione del Palazzo Topkapi, la grande attrazione di oggi. Dal nostro albergo arriviamo al palazzo in poco più di dieci minuti e lungo il tragitto ci godiamo lo spettacolo di ambulanti e venditori che affollano i lati delle strade.
Arrivati di fronte all'ingresso del parco che circonda il palazzo (un parco molto bello e curatissimo che vi consiglio di ammirare con attenzione) rimaniamo un po' basiti nell'osservare i militari schierati in questa zona, con tanto di mitra saldamente impugnati.

Proseguiamo cercando di ignorarli (ma devo dire che passare a pochi centimetri da un uomo che si dimostra ben felice di impugnare un arma fa un certo effetto!) e ci dirigiamo verso i baracchini che vendono il biglietto di ingresso al palazzo e le audioguide in varie lingue. Visto che la nostra guida è piuttosto approfondita e accurata decidiamo di non acquistare l'audioguida e ci limitiamo al biglietto di ingresso (ATTENZIONE! si tratta del biglietto di ingresso solo per il palazzo. Il biglietto d'ingresso per l'harem si può acquistare all'interno del palazzo, in prossimità dell'harem stesso) pari a:

20 lire turche (circa 10 euro)

Scioccati nello scoprire quanto una città così economica per certi versi renda così caro l'accesso alla cultura ci dirigiamo verso i metaldector dove i nostri zaini vengono ispezionati e alcuni visitatori (noi no) vengono persino perquisiti.

Entriamo così nel palazzo e ci prepariamo a scoprirne i segreti e le meraviglie. Facciamo appena in tempo ad ammirare la Sala del Consiglio Imperiale quando scorgiamo una gran movimento tra la folla sparsa per il parco interno alle mura: vediamo allora un corteo di uomini in costume ottomano muniti di strumenti e accessori per intrattenere il pubblico. In pochi secondi si schierano perfettamente e iniziano a suonare melodie da mille e una notte mentre alcuni di loro si distaccano dal gruppo per cantare o ballare: davvero uno spettacolo molto suggestivo!



Ci soffermiamo qualche minuto, quindi proseguiamo la visita al palazzo organizzato in una struttura a scatole cinesi che un po' disorienta. Fortunatamente la visita è organizzata molto bene e si passa da uno spazio all'altro piuttosto velocemente e senza troppi intoppi. La giornata è davvero molto calda ma l'ulteriore giardinetto interno che scopriamo mentre cerchiamo la Sala del Tesoro ci offre un po' di frescura mentre siamo in coda per accedere all'ala forse più apprezzata del Palazzo. 

Al suo interno abbiamo l'occasione di ammirare moltissimi gioielli in parte di fabbricazione ottomana, in parte doni di altre dinastie ai regnanti turchi. Tra le opere che attirano qui i turisti di tutto il mondo spiccano: la Spada di Solimano il Magnifico, il Trono di Ahmed I, il braccio e il cranio di San Giovanni Battista, il Diamante del Kasikci (una pietra gigantesca di 86 carati, classificata al 5° posto nella classifica dei diamanti più grandi del mondo, circondata da decine di altre pietre più piccole) e il leggendario Pugnale del Topkapi, impreziosito da tre enormi smeraldi incastonati nell'elsa e reso famoso dal film Topkapi (1964). Mentre nel resto del palazzo la folla, pur numerosa, non si ammassa nelle stanze e anzi scorre piuttosto velocemente e senza intoppi, in quest'ala l'addensamento è veramente elevato e si procede molto lentamente, probabilmente a causa della meraviglia e dello stupore che provocano molti degli oggetti esposti qui. Per questo motivo, nel caso in cui visitaste il palazzo in alta stagione vi consigliamo di tener conto del fatto che rischiate di perdere in quest'ala del palazzo gran parte del vostro tempo.

Terminata la visita al palazzo ci dirigiamo all'ingresso dell Harem dove ci vengono richieste altre

15 lire turche (7.50 euro circa) a testa.

Sborsato il malloppo ci prepariamo a visitare quella che si rivelerà la parte più bella e affascinante del palazzo. Tutte le stanze di quest'ala sono incantevoli, riccamente decorate con motivi originali e coloratissimi. 

In ogni stanza sono affisse interessanti e dettagliate spiegazioni in inglese e turco sulla funzione e le peculiarità della sala in questione. Percorriamo i corridoi di quest'ala destinata alle mogli e alle concubine del sultano con ammirazione e incanto, restando persino impressionati dalle sale dei bagni. Nel complesso dunque, nonostante la spesa, riteniamo quest'ala imperdibile: sarebbe davvero uno spreco andare ad Istanbul senza concedersi di visitarla! Accedetevi senza riserve. Tra l'altro in quest'area del palazzo, probabilmente a causa del biglietto aggiuntivo richiesto, la folla era davvero scarsa ed era possibile visitare ogni stanza con tutta la calma necessaria.
Usciamo dal palazzo che sono circa le 15.30 (le guide solitamente consigliano di dedicare al palazzo un'intera giornata ma a nostro parere una mezza giornata intensa e bella densa è più che sufficiente) e scopriamo che, nonostante l'abbondante colazione, abbiamo una fame da lupi. Avremmo il tempo per vedere Aya Sofia (che chiude alle 17.00) ma la fame non ci permette di sostenere la lunga coda che si snoda dall'ingresso dell'edificio. Rimandiamo quindi Santa Sofia a un altro giorno e ci abbandoniamo alla folla che scorre inesorabile, osservando i ristoranti della zona. Restiamo colpiti da un ristorantino con i tavoli all'aperto e la cucina a vista che sembra quasi un bistrot. Ordiniamo un antipasto (della pita che ci viene portata accompagnata da burro, formaggio e hummus con i quali possiamo condirla a piacere)

 e un piatto kebab a testa (io scelgo il patlican kebab, il mio ragazzo un favoloso iskender). I piatti kebab sono ottimi, abbondanti e ci vengono serviti in tempo da record. Da bere ci concediamo un delizioso ayran, lo yoghurt leggermente salato che è la bevanda più bevuta in Turchia. Pagato il conto (30 lire turche a testa, circa 15 euro) decidiamo di dirigerci verso la stazione Sirkeci per ammirare lo spettacolo dei Dervisci danzanti ma la strada che avevamo pianificato per raggiungerla a piedi è bloccata da una pattuglia militare che ci invita a tornare sui nostri passi. Visto che il sole già inizia a calare decidiamo di guardarci un po' intorno ed osservare i negozietti della zona (per lo più trappole per turisti) e rimaniamo affascinati da un negozio vintage che vende soprattutto giacche in pelle situato all'interno di una vecchia scuola di preghiera nei pressi di Cemberlitas. 
Pian piano ci incamminiamo verso l'hotel dove ci fermiamo solo il tempo strettamente necessario per una doccia. Usciamo nuovamente e per 5 lire turche acquistiamo un pide piccante e una birra da un baracchino ambulante nei pressi dell'Ippodromo. Rifocillati ci dirigiamo verso un localino dimesso, il Caffé Yeni Marmara (Cayiroglu Sokak, Kucuk Aya Sofia) frequentato da studenti turchi e abitanti del quartiere in cerca di un po' di relax. Pur essendo quasi pieno e pur trovandosi a Sultanahmet il locale è situato un po' fuori dai soliti percorsi per cui non c'è neppure traccia di un turista; la cosa ci piace molto: ci accomodiamo sul terrazzino, che offre una vista francamente trascurabile ma che ci consente di provare il narghilè che il locale mette a disposizione senza ammorbarne l'aria. Scegliamo il narghilè aromatizzato alla mela e lo accompagniamo con due chai (il thé del luogo): spendiamo 10 lire turche a testa (circa 5 euro). Passiamo qui quasi tutta la sera, coccolati dalla musica fasil in sottofondo, a osservare gli altri avventori che giocano a backgammon o si scambiano appunti.

mercoledì 12 gennaio 2011

Lubiana: dritte e raccomandazioni

Spero che queste informazioni di carattere pratico possano tornarvi utili nel caso in cui decideste di visitare Lubiana.


STRADE E CIRCOLAZIONE


VIGNETTA


- Per accedere alla Slovenia è necessario acquistare la "Vignetta", un bollino che va affisso sul vetro della macchina (dove e come è spiegato chiaramente nel depliant illustrativo che vi consegnano al momento dell'acquisto). Questo adesivo permette di circolare liberamente per le autostrade slovene (ottime!!!) senza pagare il pedaggio. Il costo della "Vignetta" varia a seconda della durata della validità. Se avete intenzione di fermarvi in Slovenia solo pochi giorni vi conviene acquistare la "Vignetta" per una settimana che dura sette giorni esatti a partire dal giorno in cui la acquistate. Costo per un'auto: 15 euro (per le moto il prezzo è invece 7,50 euro).
E' possibile acquistare questo bollino sia in territorio sloveno che prima del confine, negli autogrill e tabacchini italiani prossimi al limiti tra uno stato e l'altro.
Attenzione! E' necessario acquistare la "Vignetta" anche se vi limitate a transitare in territorio sloveno per poi proseguire (ad esempio noi la acquistiamo anche quando andiamo in Croazia). Evitate di fare i furbi perché, anche ammesso che non vi mandino la multa a casa sulla base delle telecamere poste a tutti gli ingressi  e alle uscite delle autostrade e superstrade slovene, qualora vi fermasse la polizia slovena non avreste scampo: i poliziotti sloveni sono infatti inflessibili e rigorosi, quindi non sperate di cavarvela con una semplice tirata di orecchie! E poi, diciamocelo: perché noi italiani dobbiamo sempre fare la figura dei "furbetti" di turno quando andiamo all'estero? Non potremmo rispettare le regole che prevede lo stato che ci ospita (o che attraversiamo) senza tentare di aggirarle? E' una questione di civiltà!


Tabella costi:



Bollino annuo per veicoli il cui peso complessivo non superi i 3.500 kg95,00 
Bollino mensile per veicoli il cui peso complessivo non superi i 3.500 kg30,00  
Bollino settimanale per veicoli di peso complessivo inferiore a 3.500 kg15,00 
Bollino annuo per le motociclette47,50 
Bollino semestrale per le motociclette 25,00 
Bollino settimanale per le motociclette  7,50 


  
Note aggiuntive: 


* il bollino annuale è valido dal primo dicembre dell'anno precedente al 31 gennaio di quello successivo (vale cioè 14 mesi).


* il bollino semestrale vale per sei mesi a partire dal giorno di acquisto del bollino, oppure fino all'ultimo giorno del sesto mese.


* il bollino mensile vale dal giorno di acquisto fino alla fine del giorno recante lo stesso numero nel mese successivo. Se nel mese successivo mancasse lo stesso numero della data d'acquisto il bollino è da ritenersi valido fino alla fine dell'ultimo giorno del mese.


BENZINA


In un periodo in cui la benzina non accenna ad arrestare la sua frenetica ascesa, risparmiare qualche centesimo al litro può essere una benedizione, dunque imparate dai friulani: approfittate delle pompe di benzina slovene e rifornitevi a volontà.


SHOPPING


Uno degli aspetti positivi di Lubiana è che è possibile fare shopping fino a tardi: praticamente tutti i negozi sono aperti dalle 9 del mattino alle 20.00 con orario continuato. Purtroppo questa regola non vale al sabato e alla domenica, giornate in cui i negozi chiudono intorno alle 14.00 (alcuni la domenica non aprono neppure!).


CIBO


In città è possibile mettere qualcosa sotto i denti praticamente a qualsiasi ora del giorno e della notte. Bar e ristoranti sono aperti dalle prime ore della mattina fino alle 23.00 o a mezzanotte ed è inoltre possibile usufruire dei numerosi baracchini che vendono prelibatezze (patate fritte, hot dog, hamburger, zuppa,...) lungo le strade anche oltre quell'ora.


COSTUMI


In Slovenia la prostituzione non è illegale per cui sappiate che non rischierete di commettere reato se vi apparterete con una signorina che vi richiede un compenso. In particolare è facile che veniate adescati nei nightclub e streapclub della città: molte delle ragazze sono infatti a disposizione dei clienti anche "privatamente". A questo proposito, nel caso in cui invece voleste solo passare una serata divertente con gli amici (della serie "guardare ma non fare"), informatevi per tempo: molti locali notturni non offrono grandi spettacoli o attrattive ma semplicemente una sfilata di (più o meno) belle ragazze, neppure troppo discinte, che si propongo sfacciatamente ai clienti. Qualora non amaste questo tipo di locali ma foste interessati a questo genere di compagnia potreste chiedere alla reception di alcuni hotel della città di procurarvi una ragazza (nel seminterrato dell'hotel Slon c'è addirittura un nightclub - discretissimo, se non l'avessimo saputo da un depliant trovato in un bar non l'avremmo neppure notato! - che crediamo funga più che altro da "vivaio" per i clienti dell'hotel). Se volete usufruire di questa possibilità offerta dalla Slovenia questi sono i metodi da preferire, consigliati anche dagli uffici turistici, in quanto le ragazze proposte sono tutte soggette a periodici controlli sanitari. Nonostante la permissività nei confronti della prostituzione, è molto raro trovare ragazze "che battono il marciapiede" ma qualora ne incontraste sappiate che queste non sono ovviamente soggette a controlli e dunque vanno considerate "a rischio".

martedì 11 gennaio 2011

Lubiana: dove mangiare

Parlando di cibo a Lubiana non si può non pensare a porcini, tartufi e carne di ottima qualità. Potrete gustare queste prelibatezze praticamente ovunque in città e l'orario non sarà mai un problema: in quasi tutti i locali di Lubiana è possibile mangiare dal mattino fino a sera tarda, quasi sempre almeno fino alle 23 o addirittura a mezzanotte. Nonostante Lubiana ci sia piaciuta molto dal punto di vista gastronomico (abbiamo adorato, nonostante il prezzo non proprio onesto, anche gli hot dog con wurstel di vari tipi e la pleskavitza servita a mo' di hamburger proposti dalle baracche che affollano piazza Presernov nel periodo natalizio), avendoci passato solo un weekend, non abbiamo molti indirizzi da segnalarvi per pranzare o cenare. In ogni caso ci sentiamo di consigliarvi:

- lo Spajza Restaurant (Gornji Trg, 28): in assoluto il ristorante che ci è piaciuto di più. Piccolo e romantico, questo locale dai soffitti bassi tipici delle case di una volta è cosparso di utensili e chincaglierie d'epoca che ne rispecchiano perfettamente il nome (in sloveno infatti spajza significa "dispensa"). Dall'affettatrice d'antan (che vedrete in funzione se ordinate qualche salume) al vecchio registratore di cassa che campeggia sul bancone del bar sarete fin dall'ingresso immersi in un'atmosfera d'altri tempi. Sui tavoli tante candele a rischiarare l'ambiente dalla luce calda e soffusa. Il servizio è sollecito e accurato e le porzioni sono giuste - né troppo abbondanti né scarse - ma preparate con ingredienti di ottima qualità (tartufo, porcini, verdure, salumi,...) sparsi con generosità sui piatti. Provate il paté di selvaggina, o la favolosa e ricchissima zuppa di porcini. Il nostro piatto preferito? Sicuramente il filetto al tartufo: da leccarsi i baffi.

Per una cena per due, comprensiva di una antipasto misto, una zuppa di porcini, un piatto di ravioli ripieni di patate e aromi (che se non sbaglio si chiamano žilikrofi) conditi con gamberi e porcini, un filetto al tartufo (con tanto, tantissimo tartufo e accompagnato da patate e verdure grigliate) e ben 4 bottiglie d'acqua abbiamo speso 53 euro totali.



- Vodnikov Hram (Vodnikov Trg, 2): porzioni abbondanti e tavolacci vecchio stile caratterizzano questo ristorante a pochi passi dalla funicolare che porta al Castello. La caratteristica zuppa di porcini nella scodella di pane è una delizia ma noi abbiamo preferito le sostanziose tagliatelle al tartufo. Una nota negativa: durante il nostro pranzo il locale era mezzo vuoto (erano le tre passate del pomeriggio) eppure il servizio è stato lento, zoppicante, poco sollecito. Addirittura si sono dimenticati di portarci un piatto nonostante fosse scritto sull'ordinazione.
Comunque il locale sostanzialmente ci è piaciuto sia per la cucina che per i prezzi: io per una zuppa ai porcini e un piatto di tagliatelle al tartufo annaffiate da un buon boccale di Union gelata ho speso 14 euro.


- l'ultimo locale che vi voglio consigliare non è un ristorante ma una pasticceria. Si tratta della pasticceria Zvezda (che ha due sedi, una al piano terra dell'hotel Slon e l'altra in Wolfova, 14). Questo locale propone un'infinita scelta di thé e torte, molte delle quali piuttosto scenografiche e golose: una delizia per gli occhi oltre che per il palato! I prezzi non sono molto convenienti, ma le sue torte (soprattutto la sacher!) sono una leccornia da leccarsi i baffi. Per un caffé, un thé e due grosse fette di torta servite con abbondante panna montata abbiamo speso: 10,50 euro.